DENDRONATURA N.2 2020

 

1. Biancolillo I, Becagli C, Bianchetto E, De Meo I, Paletto A (2020). Il ruolo del settore forestale nella strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile (SNSVS).

 

Riassunto: La Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS), predisposta nel 2017, è finalizzata ad integrare i tre pilastri della sostenibilità (ambientale, economica, sociale) includendo, al contempo, le conoscenze, le competenze e i punti di vista dei portatori d’interesse (stakeholder). Nell’ambito dell’implementazione della SNSvS, il settore forestale nazionale può svolgere un ruolo chiave nel conseguire diversi obiettivi strategici riguardanti la gestione sostenibile delle risorse naturali e la fornitura di beni e servizi ecosistemici utili all’uomo. In questo ambito, la filiera foresta-legno deve essere gestita in una prospettiva di bioeconomia circolare fondata sulla struttura gerarchica a 4R (“Ridurre”, “Riutilizzare”, “Riciclare”, “Recuperare”), finalizzata a ridurre gli impatti negativi sull’ambiente generati dal ciclo produttivo, e l’allocazione degli output della filiera foresta-legno seguendo l’approccio “a cascata”, impiegando le materie prime secondo una priorità basata sul valore aggiunto potenziale. Il presente studio è stato condotto nell’ambito del progetto “Sistema di Supporto alle Decisioni per il miglioramento della performance della filiera foresta-legno in una prospettiva di bioeconomia circolare (FOR.CIRCULAR)” allo scopo di definire una serie di indicatori idonei a misurare la performance del settore forestale a scala locale in una prospettiva di bioeconomia circolare. Lo studio è stato strutturato in tre fasi di lavoro: i) ricerca bibliografica concernente le pubblicazioni sulla bioeconomia in generale e sulla bioeconomia circolare in particolare; ii) identificazione di pubblicazioni specifiche riguardanti gli indicatori di bioeconomia circolare; iii) predisposizione di una lista di indicatori di bioeconomia circolare idonei per essere applicati al settore forestale a scala locale. Al termine delle tre fasi, sono stati identificati 15 indicatori utili a valutare la performance della filiera forest-legno a livello locale secondo i principi della bioeconomia circolare.

 

Parole chiave: sviluppo sostenibile; bioeconomia; economia circolare; filiera foresta-legno; approccio a cascata.

 

Abstract: The National Sustainable Development Strategy (NSDS) – developed in 2017 – is aimed to integrate the three pillars of sustainability (environment, economic, social) including at the same time the stakeholders’ knowledge, skills and points of view. In the implementation of the NSDS, the national forest sector can play a key role in achieving different strategic objectives regarding the sustainable management of natural resources and the supply of ecosystem goods and services useful to human beings. In this context, the forest-wood chain must be managed in a circular bioeconomy perspective based on the 4R framework (Reduce, Reuse, Recycle, Recover) – aimed to reduce the negative impacts of production cycle on environment – and on the allocation of forest-wood chain’s outputs following the cascading approach. The present study was conducted as part of the project “Decision Support System to improve the performance of the forest-wood supply chain in a circular bioeconomy perspective (FOR.CIRCULAR)” with the aim to identify a set of indicators suitable to assess the performance of the forest sector on a local scale in a circular bioeconomy perspective. The study was developed in three steps: i) literature review concerning peer-review publications on the bioeconomy in general and on the circular bioeconomy in particular; ii) identification of publications focused on the circular bioeconomy indicators; iii) development of a list of circular bioeconomy indicators suitable to be applied to the forest-based sector on a local scale. At the end of the three steps, 15 indicators useful for assessing the performance of the forest-wood supply chain at local level according to the principles of the circular bioeconomy were identified.

 

Key words: sustainable development; bioeconomy; circular economy; forest-wood chain; cascading approach.

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2. Bergante S, Rosso L, Facciotto G (2020). Risultati produttivi in cedui biennali e quinquennali di pioppo, salice e robinia coltivati nel Nord Italia.

 

Riassunto: Le piantagioni di arboricoltura a ciclo breve con specie a rapida crescita, anche dette Short Rotation Coppice (SRC) possono produrre molteplici assortimenti, sia per usi industriali (pallets, pannelli OSB, carta) che energetici (biomassa, bioetanolo). Nel 2005, grazie al progetto BIOFIL, finanziato da Regione Piemonte, sono state messe a dimora piantagioni per confrontare due modelli di coltivazione principali: modello biennale ad altissima densità - 8.333 piante/ha e rotazione di 2 anni; modello quinquennale ad alta densità - 1.667 piante/ha e rotazione di 5 anni in due siti, Casale Monferrato (AL) e Cavallermaggiore (CN), su terreni agricoli alluvionali nella Pianura Padana Occidentale. Sono stati testati pioppo (clone 83.141.020), salice (clone S76-008) e ad una provenienza di robinia (‘Energy’). Dopo 6 anni dall’impianto, i due modelli colturali non hanno mostrato differenze significative in termini produttivi; tra le specie testate il pioppo è risultato più produttivo: a Casale Monferrato le produzioni sono state di 64,65 t/ha di sostanza secca nel modello quinquennale e 63,76 t/ha nel modello biennale. La robinia ha mostrato la resa inferiore in entrambi i siti. Nelle prove condotte, il pioppo allevato con modello HDM è stata l'unica specie in grado di raggiungere, in cinque anni, dimensioni del fusto compatibili con le destinazioni industriali (pallet, pannelli OSB).

 

Parole chiave: Arboricoltura a ciclo breve, pioppo, modelli colturali.

 

Abstract: Short Rotation Coppice (SRC) plantations should produce multiple assortments, both for industrial and energetic uses, for being economically profitable. SRC trials comparing two different cultivation models (very high density model -– vHDM, 8,333 trees/ha with 2 years rotation; high density model -– HDM, 1,667 trees/ha with 5 years rotation) were established in 2005 in Casale Monferrato (AL) and Cavallermaggiore (CN), on agricultural land with alluvial soils in the Western Po Valley (Italy). Both models were applied to poplar (clone 83.141.020), willow (clone S76-008) and black locust (provenance Energy). After 6 years from planting, the two treatments did not show significant differences of biomass yield, with poplar being the most productive species at Casale Monferrato (64.65 and 63.76 Mg/ha with HDM and vHDM, respectively) and Cavallermaggiore (105.83 and 57.22 Mg/ha, respectively). Black locust showed the lower yield at both sites. In HDM, poplar was the only species capable to reach stem dimensions compatible with industrial destinations at the end of the first 5-years rotation.

 

Key words: Short Rotation Coppice, poplar, cultural models.

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3. Bergante S, Plutino M, Faccio G, Chiarabaglio PM, Pelleri F (2020). Produzione di biomassa con specie a rapida crescita in impianti policiclici: vantaggi colturali e confronto con impianti SRC puri.

 

Riassunto: Il lavoro descrive i risultati produttivi ottenuti con differenti specie legnose a rapida crescita in filari di arboricoltura a ciclo breve, coltivati in impianti policiclici, caratterizzati dalla consociazione di specie con differente ciclo colturale e differenti finalità di mercato, in grado di assicurare produzioni legnose di diversa qualità ed alternate nel tempo. La coltivazione di biomassa con modello SRC consociata ad altre specie permette di ottenere un reddito ogni 2-5 anni dalla vendita di cippato per energia, o per altri usi industriali, sfruttando la stessa superficie colturale dedicata a specie di pregio a ciclo più lungo (ad esempio il noce) e fornendo nel contempo alcuni vantaggi colturali, tra cui copertura e protezione del suolo ed effetto di tutoraggio sulle specie di pregio. Interessanti sono le produzioni ottenute durante il primo ciclo quinquennale in un impianto in provincia di Lodi (Nord Italia), paragonabili a quelle ottenute da impianti in purezza, pur con una minore densità di impianto. Tra le specie testate il pioppo ha dato la maggior produzione (39,9 t/ha di sostanza secca), seguito da platano e olmo.

 

Parole chiave: Impianti policiclici, arboricoltura a ciclo breve, biomassa.

 

Abstract: Polycyclic plantations (PP) are a recent model of arboriculture producing different assortments within different rotation periods. In this type of plantations, with an appropriate design, is possible to produce biomass for energy or industrial purposes, growing on the same area also valuable species with longer cultural cycle. The paper describes a PP where different short-rotation coppice (SRC) species are placed in alternating rows at different distances along the lines with common walnut and poplar I-214 as valuable species and evaluates the biomass yield 5 years after planting. Interesting results were achieved: Despite the lower planting density, productions similar to those obtained in pure plants have been achieved: biomass yields from 5.7 to 39.9 Mg/ha were obtained from the best species. The SRC lines did not cause problems for the valuable species, with the chosen crop cycle, on the contrary, they ensured soil coverage and tutoring action on the growth of other species limiting the cultural input.

 

Key words: Alley coppice, Short Rotation Forestry, biomass.

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4. Coaloa D, Facciotto G, Rosso L, Bergante S (2020). Biomasse legnose per uso energetico da residui e scarti delle utilizzazioni forestali e di potatura delle colture legnose agrarie in Italia.

 

Riassunto: In Italia la quota di consumo di energia coperta da fonti rinnovabili è di circa il 40%, un terzo da biomasse legnose proveniente da foreste e da piantagioni. Nel sistema delle filiere corte le politiche di incentivazione energetica incoraggiano soprattutto la produzione di energia dai rifiuti e dai residui delle colture agricole e delle utilizzazioni forestali. In questo lavoro è stata valutata la disponibilità di biomassa legnosa proveniente da residui e scarti delle utilizzazioni delle piantagioni di arboricoltura da legno, dalla potatura delle colture legnose agrarie. La potenziale disponibilità di biomassa che può derivare dalla foresta, dalle piantagioni e dalle colture legnose agrarie è rilevante.

 

Parole chiave: biomassa, scarti legnosi, arboricoltura da legno.

 

Abstract: In Italy the share of energy consumption covered by renewable sources is about 40% which one third from biomass from forestry and plantation. In the short chains system the energy incentives policies encourage especially the production of energy from waste and residues of agricultural crops and forestry utilisations. In this paper we evaluated the woody biomass availability from residues and wastes of forest exploitation, silviculture (plantations of arboriculture), pruning of agricultural crops, in particular, vineyards, olive groves and orchards. The potential availability of biomass that can result from forest, plantations and agricultural woody crops are relevant.

 

Key words: biomass, woody waste, arboriculture.

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5. Zanchini R, Pippinato L, Poratelli F, Bruzzese S, Blanc S, Brun F (2020). Un’analisi preliminare dei consumi di pellet in Piemonte: il ruolo delle certificazioni.

 

Riassunto: L’importanza attribuita dai consumatori alla sostenibilità è divenuta nel tempo un aspetto rilevante nella scelta dei prodotti. Le imprese possono scegliere certificazioni volontarie per comunicare ai consumatori informazioni relative all’origine, ai trattamenti e al tracciamento delle  materie prime. Le certificazioni sono quindi mediatrici di informazioni che, se riconosciute dagli interessati, permettono di ridurre l’asimmetria informativa tra consumatore e produttore. L’informazione permette una maggiore valorizzazione del prodotto, che spunta un prezzo maggiore sul mercato, compensando in questo modo parte dei maggiori costi dovuti dalla gestione sostenibile del territorio. In ambito forestale sono state sviluppate diverse certificazioni tra cui il Forest Stewardship Council (FSC) e il Program for Endorsement of Forest Certification schemes (PEFC). Tali certificazioni possono essere impiegate su diversi prodotti, compresi quelli utilizzati a fini energetici. Lo scopo di tale lavoro è di comprendere in via esplorativo-descrittiva l’importanza attribuita dai consumatori piemontesi alle certificazioni sopracitate, tramite diversi indicatori come la conoscenza e la disponibilità a pagare. Le analisi sono state effettuate utilizzando come caso studio il pellet e raccogliendo i dati mediante la somministrazione di un questionario anonimo. È stata inoltre indagata l’importanza attribuita alla certificazione ENplus, specifica per il pellet. I risultati hanno evidenziato che ad oggi le certificazioni forestali e la certificazione ENplus sono poco riconosciute dai consumatori, risultando in secondo piano rispetto ad altre caratteristiche del prodotto come il prezzo e la specie legnosa.

 

Parole chiave: tracciamento, certificazioni, pellet.

 

Abstract: The importance that consumers attribute to sustainability has become a relevant aspect in the product choice. Companies can choose to certify voluntarily their products, in order to inform consumers about the origin and management of a product from its raw materials. Certifications, if recognized by the stakeholders, allow to reduce the information asymmetry between consumers and producers. This information allows an enhancement of the product, which can be found on the market with a higher price, thus covering the higher costs of a sustainable management. In the forestry sector various certifications schemes have been developed, including Forest Stewardship Council (FSC) and the Programme for Endorsement of Forest Certification schemes (PEFC). These certifications are being used for different products, among those we find wood used for energetic purposes. The aim of this study is to understand through an explorative and descriptive approach, the importance attributed by consumers in Piedmont to the aforementioned certifications, using different indicators such as the knowledge of the certifications and the willingness to pay for a certified product. The chosen product was pellet and data were collected with self-administered and anonymous questionnaires. The importance attributed to the ENplus certification was also investigated. The results showed that at the moment both forest certification and the ENplus certification are little known among consumers, the presence of a certification is considered less important compared to other product features among which the price and the wooden species.

 

Key words: origin, certifications, pellet.

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6. Cadei A, Campeotto S, Argnani A, Grigolato S (2020). Indagine preliminare sulle emissioni di CO2 ricadenti nelle operazioni di cippatura in relazione all’accessibilità dei cantieri.

 

Riassunto: Il sistema di esbosco a pianta intera permette di accumulare una elevata quantità di residui di utilizzazioni forestali. Inoltre, anche le operazioni di recupero del legname danneggiato in seguito a disturbi biotici o abiotici favorisce l’accumulo di biomassa di scarsa qualità. Il presente articolo ha lo scopo di valutare la sostenibilità delle operazioni di cippatura in ambiente montano. Utilizzando sistemi di telemetria è stata monitorata una cippatrice montata su autocarro durante 114 giorni lavorativi. I dati di posizione della macchina sono stati acquisiti mediante un dispositivo GNSS mentre i dati di produzione (consumi, distanze percorse, tempi impiegati per svolgere le operazioni) sono stati raccolti utilizzando il sistema CAN-Bus della macchina basato su standard J 1939. I parametri di efficienza sono stati utilizzati per confrontare l’effetto delle diverse condizioni di accessibilità (agevole, media e non agevole) sulle emissioni dovute alle operazioni di cippatura, trasferimento e tempi morti. Le emissioni associate a frequenti trasferimenti e tempi morti incidono per il 6.4% sul totale delle emissioni giornaliere. I cantieri meno agevoli comportano un incremento dei tempi morti nonché delle emissioni giornaliere dovute al trasferimento, le emissioni giornaliere dovute ai trasferimenti in cantieri meno agevoli possono essere superiori del 30% rispetto alle emissioni dovute al trasferimento in cantieri agevoli. Può esserci comunque una grande variabilità di emissioni anche in situazioni di accessibilità agevole, dove la corretta pianificazione, coordinamento e accatastamento si traduce in una migliore efficienza.

 

Parole chiave:  biomassa, dispositivo GNSS, sistema CAN-BUS.

 

Abstract: High volume of forest biomass can be available at roadside when whole three (WT) harvesting system is applied. Besides, salvage logging operations are favourable conditions to accumulate a large amount of low-quality biomass due to the recovery of damaged trees. The present study aims to evaluate the sustainability of wood-chipping operations in mountain areas based on long-term monitoring. One chipper-truck was monitored during 114 working day using telemetry; different efficiency parameters were collected: machine position, collected using GNSS receiver, and engine parameters, collected using CAN-Bus system based on standard J 1939. Efficiency parameters were used to compare different in-wood or landing configurations. The results show the influence of the different location of the chipping sites according to the road network influence. The emission associated with frequent relocation and delay were 6.4% of the total emissions. Chipping operation in space-constrained sites causes an increase in delay time and GHG emissions. In these situations, the emissions related to frequent relocation could exceed 30% of the emission related to relocation in landing configurations. Higher variability in term of daily emissions is detected in landing configurations due to cooperation with yarding contractor, chipping contractor and forest manager.

 

Key words: biomass, GNSS receiver, CAN-BUS system.

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7. Campeotto S, Barbiero V, Argnani A, Grigolato S (2020). Misure sull'efficienza energetica di un essiccatore a letto mobile per il miglioramento qualitativo del cippato.

 

Riassunto: Il contenuto idrico dei biocombustibili legnosi è un parametro fondamentale per determinarne la qualità. Per le aziende produttrici diventa sempre più importante avere un prodotto con caratteristiche standardizzate e costanti, idoneo alle diverse esigenze dei clienti. Per questo motivo, soprattutto nel segmento di mercato del cippato, gli essiccatori stanno riscuotendo un forte interesse. Tuttavia, sono scarse le analisi in termini di efficienza energetica in condizioni operative reali di queste macchine. L'obbiettivo del presente lavoro è quindi di analizzare, tramite una attività sperimentale, l’efficienza di un impainto di essicazione a letto mobile utilizzato per il miglioramento qualitativo del cippato. Dai risultati emerge che nella maggioranza dei casi l'energia per l'essiccazione non viene completamente compensata dall'incremento di potere calorifico del materiale in uscita all'impianto. Dal punto di vista economico invece il trattamento ha comportato un aumento del valore del cippato essiccato. L’attività sperimentale di questo lavoro non è sufficiente allo stato attuale in termini di lotti analizzati (n°10) per l’impostazione e la validazione di un modello per l’analisi dei processi fisici che avvengono nel procedimento di essiccazione forzata. L’attività sperimentale rappresenta comunque un primo passaggio e ne indica un protocollo per replicare le analisi con impianti simili.

 

Parole chiave: Cippato, essiccatore a letto mobile, efficienza energetica.

 

Abstract: The moisture (M%) of woody biofuels is a very important parameter crucial to determine their quality. The importance for the producing companies to provide a product that have standardized and constant characteristics is gaining importance in order to satisfy the different demands of their customers. For this reason, with a specific importance for the wood chips sector, dryers are obtaining more and more success. However, there a few the analysis in terms of energetic efficiency under operating conditions of these machines. Hence, the objective of this given study is to analyse, throughout experimental activity, the efficiency of a drying system with walking floors used to enhance the quality of the wood chips. The results highlight that in most of the cases the increment of net calorific value of the output doesn’t always compensate the energy input for the drying process. On the economic side instead, the treatment resulted in an increase of the economic value of the desiccated wood chips. The experimental activity of this given study isn’t sufficient, at the given situation of only 10 batches, to create and validate a model for the analysis of the physical processes that occur during the forced desiccation process. Anyway, the experimental activity represents one of the first steps and it creates a protocol to replicate the analysis in similar plants.

 

Key words: Wood chips, walking floor dryer, energetic efficiency.

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8. Bianchetto E, Becagli C, Sanz Canencia I (2020). Effetti a breve termine dei diradamenti sulla vegetazione del sottobosco in pinete di pino nero (Pinus nigra J.F. Arnold) in Toscana.

 

Riassunto: Le pinete artificiali di Pino nero in Italia hanno origine negli anni ’20 con finalità socioeconomiche per favorire l’occupazione e per la protezione di terreni degradati. Il Pino nero è una specie pioniera che si adatta a terreni poveri in aree abbandonate o di crinale. Il problema principale di questi soprassuoli è stato nel tempo la gestione selvicolturale ridotta o del tutto assente che ha favorito una struttura molto densa e poco stabile, soggetta allo sviluppo di patogeni e spesso con una vegetazione del sottobosco discontinua e povera di specie. Il lavoro descrive l’esperienza del Progetto SelPiBiolife relativa all’effetto di due diverse tipologie di diradamento (selettivo e tradizionale) in pinete di Pino nero in due aree della Toscana -Amiata e Pratomagno- per favorire l’incremento della biodiversità di diverse componenti fra le quali la vegetazione del sottobosco. Utilizzando il metodo fitosociologico prima della realizzazione dei diradamenti e nei successivi tre anni è stata rilevata in aree prefissate la vegetazione del sottobosco allo scopo di monitorare i cambiamenti della composizione specifica per numero di specie presenti e per i relativi contributi di presenza. I risultati hanno evidenziato un aumento del numero delle specie a tre anni dal diradamento. L’incremento è stato più consistente per il diradamento selettivo per il quale sono state censiste rispetto al rilievo prima degli interventi +30 e +13 specie rispettivamente per l’area in Amiata e per il Pratomagno.

 

Parole chiave: pinete di Pino nero, diradamenti, interventi selvicolturali, sottobosco, biodiversità.

 

Abstract: The black pine plantations in Italy originate in the 1920s for socio-economic purposes, to improve forest soil quality in marginal and eroded soils. Austrian pine is a pioneer species that adapts to poor soils in abandoned areas or on ridges. Over time, the main problem with these stands has been the reduced or completely absent forestry management, which has produced a high tree density and unstable structure. thatto the development of pathogens and often with discontinuous and species-poor understory vegetation. The paper describes the experience of the SelPiBiolife Project relating to the effect of two different types of thinning (selective and traditional) in black pine plantations in two areas of Tuscany - Amiata and Pratomagno- One of the aims of the project is to increases biodiversity of the various soil components between which the understory vegetation. The floristic diversity was evaluated in accordance with the phytosociological method based on the estimation of plant cover and number of individual plants, before the thinning was carried out and in the following three years. The floristic sampling was carried out in a permanent plot in order to monitoring changes in the specific composition by and the related abundance-dominance. The results showed an increase in the number of species in the two areas for both types of thinning, 30 and 13 in the selective thinning, in the third year after the silvicultural intervention.

 

Key words: black pine forests, silvicultural treatments, undergrowth, biodiversity.

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