DENDRONATURA n.1 2019
1. Sottovia L (2019). Le Marocche Di “Nembia” A San Lorenzo In Banale (Tn): dal detrito sassoso alla faggeta termofila.
Riassunto: Sulla base dell’osservazione dei caratteri fisionomici e floristici attuali, di una ampia zona di marocche e detriti, collocati a sud del lago di Molveno, in loc. “Nembia”, nel comune di San Lorenzo-Dorsino (Prov. TN), si descrive l’assetto generale del paesaggio forestale attualmente presente e le principali dinamiche di insediamento della copertura vegetazionale, prospettandone la prevedibile sequenza successionale futura. Partendo dall’analisi di una pendice di macereto tuttora estesamente scoperta, si rappresentano in particolare le modalità di formazione di caratteristici complessi arboreo-arbustivi isolati (“Seslerio-ericeti” con Pino silvestre), dalla aggregazione dei quali, si consolida nel tempo un popolamento più o meno continuo di boscaglia termofila (Orno-ostryeto) mista a Pineta. Per progressiva evoluzione della struttura del suolo e della composizione si giungerà quindi verosimilmente alla Faggeta termofila con Ostrya, quale stadio ritenuto culminante della prevedibile successione ecologica.
Parole chiave: marocche, pineta, successione ecologica
Abstract: We describe the vegetal landscape of a debris area (“Marocche”), extended over several hectares and originated from huge landslides dating back to the postglacial era, south of the Molveno Lake in the Trento Province (Italy). This area is mainly hilly and its vegetation consists mainly of hardwood (“thermophylos broadlives”) and pinewood (of both artificial and natural origin). In particular we analyze a debris slope which is still uncovered, suggesting a possible evolution pattern for its vegetation cover.
Key words: Debris area, pine wood, ecological pattern
2. Paletto A, De Meo I, Napoliello L, Panichi F, Clementel F (2019). Mappatura partecipata a supporto della Gestione Forestale Sostenibile (GFS): l'esempio delle foresta di Monte Morello.
Riassunto: La mappatura partecipata dei servizi ecosistemici è una tecnica di rappresentazione spaziale dei valori e delle preferenze sociali al fine di definire strategie di gestione del territorio condivise e facilitare la risoluzione dei conflitti ambientali. A seguito dell’affermazione del concetto di servizi ecosistemici nell’agenda politica, la necessità di mappare i servizi ecosistemici sia dal punto di vista biofisico che socio-percettivo è cresciuta al fine di supportare i pubblici decisori nelle scelte di pianificazione del territorio. Il presente studio si è focalizzato sulla messa a punto di un metodo per la spazializzazione delle opinioni dei portatori d’interesse in merito alla definizione di strategie gestionali condivise per migliorare l’erogazione dei servizi ecosistemici forestali. La ricerca è stata implementata nella foresta di Monte Morello, in provincia di Firenze, caratterizzata da una spiccata multifunzionalità e da una molteplicità di fruitori. L’indagine è stata strutturata in quattro fasi: analisi dei portatori d’interesse; somministrazione di una scheda di rilevazione ai portatori d’interesse individuati; elaborazione dei dati raccolti per capire l’importanza dei servizi ecosistemici nel tempo e nello spazio; coinvolgimento della cittadinanza in un incontro pubblico per delineare delle strategie future di valorizzazione dei servizi ecosistemici. Al termine delle prime due fasi, sono state raccolte le conoscenze e le opinioni di 34 portatori d’interessi in merito all’importanza presente, passata e futura dei servizi ecosistemici forniti dalla foresta di Monte Morello. Inoltre, sono state predisposte le mappe delle aree da valorizzare nel prossimo futuro in riferimento ai tre servizi ecosistemici più importanti a detta dei rispondenti (turismo-ricreazione, conservazione del paesaggio e della biodiversità). I risultati della presente indagine, corredati dalle mappe delle aree da valorizzare, sono stati presentati e discussi in un workshop pubblico. Al termine del processo partecipativo è stata manifestata la necessità di valorizzare: (1) il paesaggio, attraverso la realizzazione di interventi di diradamento selettivo; (2) la funzione turistico-ricreativa, attraverso interventi i ripristino e potenziamento della sentieristica e della cartellonistica con specifico riferimento alla valorizzazione degli aspetti storico-culturali; (3) la biodiversità, implementando quegli interventi selvicolturali volti a far evolvere l’attuale popolamento verso un bosco misto di latifoglie.
Parole chiave: Mappe partecipate, coinvolgimento dei portatori d’interesse, processo decisionale partecipato, scheda di rilevazione, regione Toscana (Italia)
Abstract: Participatory mapping of ecosystem services is a technique for the spatial representation of social values and preferences to define common strategies for the land management and to facilitate the resolution of environmental conflicts. After the statement of the “ecosystem services” concept in the policy agenda, the biophysical and social mapping of the ecosystem services is increasing to support decision makers in the land planning. The present study focused on the definition of a method to spatialize the stakeholders’ opinions about strategies of forest management to improve the most important ecosystem services provide by forests. The study was implemented in the Monte Morello forest (province of Florence) characterized by multifunctionality and multi-users. The study was structured in four main steps: stakeholder analysis; administration of a research form to the stakeholders; data processing to understand the level of importance of ecosystem services in the time and space; citizens’ involvement in a public debate aimed to define common strategies to enhance the ecosystem services in the future. At the end of the first two steps, the knowledge and opinions of 34 stakeholders related to the ecosystem services provided in past, present and future by Monte Morello forest were collected. In addition, the participatory maps of the Monte Morello areas to enhance the most important ecosystem services in the future in accordance with the stakeholders’ opinions (tourism-recreation, landscape conservation, biodiversity conservation) were prepared. The results of this survey with the participatory maps have been shown to the citizens in a public workshop. The aim of the workshop was to discuss the future forest management strategies of the Monte Morello forest aimed to improve the most important ecosystem services. At the end of participatory process, the participants highlighted that the most suitable forest management strategies are: (1) implementation of selective thinning to improve quality of landscape; (2) restoration and improvement of paths network and billboards focused on the historical aspects related to Monte Morello; (3) improvement of biodiversity through silvicultural treatments aimed to facilitate the evolution of the stand in a broadleaved forest.
Key words: Participatory maps, stakeholders’ involvement, participatory decision-making process; research form; Tuscany region (Italy).
3. Bergante S, Facciotto G (2019). Alley coppice: sistema colturale innovativo per la produzione di biomassa e legno da opera.
Riassunto: La silvoagricoltura (Agroforestry) in pochi anni, è divenuta un importante tema di ricerca a livello UE. Tra le varie tipologie di agroforestry, è stato introdotto nel
nostro paese il modello di consociazione chiamato Alley Coppice che combina la produzione di legno di pregio per l’industria con la produzione di legno per energia. Tale modello colturale
assicura innumerevoli vantaggi economico-ambientali. In un sito sperimentale messo a dimora nei pressi di Biella (Piemonte) il modello è stato testato con differenti cloni di pioppo e salice per
produzione di biomassa, e latifoglie di pregio per legno da industria. Al settimo anno i pioppi hanno raggiunto una media produttiva di 8,5 t ha-1 anno-1 di sostanza secca,
i salici di 3,6 t ha-1 anno-1 di sostanza secca, con notevoli differenze tra i genotipi testati. Tra le latifoglie, carpino e ciliegio hanno raggiunto diametri
statisticamente superiori alla media delle specie valutate. Al nono anno, in seguito ad una prima ceduazione di biomassa, la situazione produttiva tra pioppi e salici si è ribaltata, con una
media 3,9 t ha-1 anno-1 di sostanza secca per i primi e 7,8 t ha-1 anno-1 di sostanza secca per i secondi; le differenze di crescita tra le latifoglie
si sono ridotte e tutte le piante hanno raggiunto diametri simili, con una media diametrica di 7,2 cm.
Parole chiave/key words: Sistemi colturali sostenibili, agroecosistema, pioppo, Agroforestry, Alley Coppice, sustainable systems.
Abstract: In the last years the Agroforestry has become an important research topic at EU level. Among the various types of agroforestry, the consociation model called Alley Coppice was introduced in our country; it combines the production of valuable wood for the industry with the production of wood for energy. This cultivation model ensures innumerable economic and environmental advantages. In an experimental site planted near Biella (Piedmont) the model was tested with different poplar and willow clones for biomass production, and valuable hardwoods for industrial wood. At the seventh year the poplars reached an average production of 8.5 t ha-1 y-1 of dry matter, the willows of 3.6 t ha-1 y-1 of dry matter, with notable differences between the genotypes. Among the broad-leaved trees, hornbeam and cherry tree reached statistically higher diameters than the average of the species evaluated. At the ninth year, following an initial biomass harvest, the production situation between poplars and willows was reversed, with an average 3.9 t ha-1 y-1 of dry matter for the former and 7.8 t ha-1 y-11 of dry matter for the latter; the growth differences between broadleaf trees have been reduced and all plants have reached similar diameters, with a diametric average of 7.2 cm.
4. Bigaran F, Villa M (2019). Beni comuni e domini collettivi: il ruolo della biodiversità agraria ed agroalimentare nella salvaguardia e valorizzazione del patrimonio e dell’identità locale.
Riassunto: Il lavoro parte da un’analisi dell’attuale significato e delle relazioni fra “beni comuni” e “domini collettivi” alla luce di due recenti provvedimenti legislativi: la Legge 168/2017, che lega gli assetti fondiari collettivi alla conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale e culturale rafforzando i vincoli di inalienabilità, indivisibilità, inusucapibilità e di perpetua destinazione agrosilvi-pastorale e la Legge 194/2015, dedicata alla biodiversità di interesse agricolo ed alimentare, la cui tutela e valorizzazione viene perseguita anche attraverso la tutela del territorio rurale al fine di limitare i fenomeni di spopolamento e preservare il territorio da fenomeni di inquinamento e di perdita del patrimonio genetico. Il caso di studio riportato ha consentito di approfondire il rapporto fra l’esistenza e il mantenimento di una risorsa genetica autoctona, la vacca di razza Rendena, e la gestione degli assetti fondiari collettivi entro un quadro complessivo di tutela e di conservazione del territorio per la presenza del Parco Naturale Adamello Brenta. Attraverso incontri, focus group ed interviste in profondità (metodologia della ricerca antropologica) è stato possibile far emergere alcune caratteristiche distintive della gestione degli assetti fondiari collettivi che hanno fornito forza propulsiva al “sistema rurale”, attraverso la risorsa biodiversità, adeguati strumenti di resilienza, nonché valori sociali, economici, scientifici, educativi, culturali, ricreativi ed estetici.
Parole chiave: Beni comuni, domini collettivi, biodiversità di interesse agricolo e alimentare.
Abstract: The present work starts from an analysis of the current meaning of “common goods” and “collective domains” and their relationships. Two recent Italian legislative measures: the law 168/2017 on collective domains and the law 194/2015 on biodiversity for food and agriculture are taken into consideration. The first law binds together the collective land management to the conservation and enhancement of natural and cultural heritage, strengthening the constraints of inalienability, indivisibility, non applicability of the adverse possession norms and the perpetual destination of common land for agricultural, forestry and pastoralism activities. The second law was issued for the protection and enhancement of the biodiversity for food and agriculture, objective that is also pursued through the protection of rural territory in order to limit depopulation, pollution and loss of agriculture genetic inheritance. The case study here reported has made it possible to deepen the relationship between the existence and the maintenance of an autochthonous genetic resource, the breed cow Rendena, and the management of collective land assets within an overall framework of territory protection and conservation due to the existence of the Adamello Brenta Natural Park. Through meetings, focus groups and interviews (anthropological research methodology) it has been possible to highlight some distinctive characteristics of the collective land management that provide, through biodiversity, propulsive forces for the whole “rural system”, adequate instruments of resilience, as well as social, economic, scientific, educational, cultural, recreational and aesthetic values.
Key words: Common pool resources, collective domains, biodiversity for food and agriculture.
5. Rizzo M, Gasparini P, Tonolli S, Zoanetti R, Buffoni D, Dellagiacoma F (2019). Le foreste private in provincia di Trento: indagine sulle caratteristiche della proprietà e sulle attitudini gestionali dei piccoli proprietari.
Riassunto: In Italia oltre il 65% della superficie forestale totale è di proprietà privata, ma la conoscenza del numero di aziende forestali private e delle loro dimensioni, sia a livello nazionale che a livello locale, è significativamente carente e non omogenea. È noto, tuttavia, che i boschi privati sono caratterizzati da un’elevata frammentazione e da dimensioni ridotte che condizionano fortemente una loro gestione forestale attiva e sostenibile. Una conoscenza più approfondita dei boschi privati rappresenta però una questione importante da affrontare, poiché i boschi di piccole dimensioni rivestono un ruolo rilevante all’interno dell’intero settore forestale. Obiettivo del presente studio è quindi descrivere le caratteristiche della piccola proprietà forestale privata della provincia di Trento e indagare le attitudini e le motivazioni dei proprietari nei confronti della gestione dei loro boschi. Utilizzando i dati del Catasto e del Servizio Foreste e Fauna è stata prodotta una mappa dettagliata dei boschi privati dell’area di studio, per valutarne l’estensione, il numero e la distribuzione nelle Comunità di Valle, nonché per determinare il numero di proprietari. I risultati hanno confermato che i boschi privati sono estremamente frammentati e che le proprietà di dimensioni piccole o molto piccole (0,1-5 ha) rappresentano quasi il 90% della superficie forestale privata totale. Nella seconda parte dello studio è stata condotta un’indagine esplorativa tramite un questionario indirizzato a un campione di piccoli proprietari forestali di tre comuni della provincia, allo scopo di analizzarne le motivazioni e le attitudini nei confronti della gestione forestale. Le risposte al questionario testimoniano un profondo legame dei piccoli proprietari intervistati con i propri boschi e una forte consapevolezza, nonostante sia poco diffusa una gestione con finalità produttive e la funzione economica sia determinata prevalentemente dalla raccolta di legna da ardere e legname per uso familiare.
Parole chiave: Foreste private, piccola proprietà forestale, proprietari forestali privati.
Abstract: Private forests in Italy represent more than 65% of the total forest area, but knowledge on the number of private forest holdings and their size, both at national and
local
level, is significantly lacking and not harmonized. However, it is known that private forests are highly fragmented, and the size of forest holdings is usually small, that may strongly condition
active and sustainable forest management. However, characterizing small private forests is an important issue, since they play an important role in the entire forest sector. The aim of this
study is to characterize small private forest ownership of the province of Trento and to investigate the attitudes and motivations of the owners towards the management of their forests. Using the
data provided by the Geodetic-Cartographic Office of the Cadaster Service and the Forestry and the Forest and Wildlife Department of the Province of Trento, a detailed map of the private woods of
the study area was produced, to assess the extent, number and distribution of private forests in the valley communities and the number of owners. The results confirmed that private forests are
fragmented and that small or very small properties represent almost the whole private forest area. In the second part of the study, an exploratory survey was conducted by a questionnaire to
analyze attitudes towards forest management. The results showed a strong bond of the owners towards their forests and a strong awareness, although a management with productive purposes is not
very widespread and the economic function is mainly determined by the collection of firewood and timber for family use.
Key words: Private forests, small-scale forest ownership, private forest owners.
6. Nieddu S (2019). Proposta di modello di determinazione delle lacune forestali e della loro valutazione di attitudine ad interventi di rinfoltimento della copertura forestale.
Riassunto: Il presente lavoro ha permesso di definire con una procedura modellistica mediante l’uso del GIS e su base Lidar, l’entità delle lacune forestali presenti in un’area boschiva del mediterraneo. Sulle stesse lacune del bosco è stato poi applicato un modello per la determinazione dell’attitudine ad interventi di rinfoltimento considerando i fattori pedologici, morfologici (pendenza ed esposizione), la viabilità carrabile e le caratteristiche funzionali della vegetazione preesistente. Le superfici di lacuna forestale aventi diversa classe di attitudine sono state correlate alle diverse categorie di vegetazione forestale preesistente. Le classi con media attitudine di intervento, o intervento con limiti, sono quelle maggiormente rappresentate con il 48,17% della superfici, mentre sia le classi con valori marginali sia del tipo adatto, sono presenti con una superficie pari a circa 1/4 dell’area. Le superfici a migliore attitudine sono quelle con copertura ad alto fusto (0,88%), mentre quelle con i valori più bassi sono rappresentate dalla macchia mediterranea (1,35%).
Parole chiave: Bosco, lacune forestali, rinfoltimenti, Lidar, modello, attitudine, Cala Gonone (Sardegna).
Abstract: The present work has enabled the extent of the forest gaps in a Mediterranean forest area to be defined with a modeling procedure using the GIS and on a Lidar basis. On the same gaps in the forest, a model was then applied to determine the aptitude for thickening interventions considering the pedological, morphological (slope and exposure) factors, the roads and the functional characteristics of the pre-existing vegetation. Forest gap areas with different aptitude classes have been related to the different categories of preexisting forest vegetation. Classes with a medium aptitude for intervention, or intervention with limits, are those most represented with 48,17% of the surfaces, while both the classes with marginal values and the suitable type are present with both a surface equal to about 1/4 of the area. The surfaces with the best aptitude are those with high trunk cover (0,88%), while those with the lowest values are represented by the Mediterranean scrub (1,35%).
Key words: Forest, woodland voids, forest thickening, Lidar, model, aptitude, Cala Gonone (Sardegna).