DENDRONATURA N.2 2010

 

1. Moser L, Dal Rì C (2010). Fiavè: le palafitte e i reperti in legno.

 

Riassunto: Il presente lavoro fornisce un quadro riassuntivo dei risultati degli scavi nell’area di Fiavè Carera. Sono prese in esame le tipologie abitative palafitticole con particolare riguardo alle tecniche di costruzione documentate. Particolarmente importanti i numerosi e straordinari manufatti lignei rinvenuti nel sito che documentano l’abilità degli artigiani dell’età del Bronzo. I rinvenimenti di manufatti lignei hanno imposto di affrontare la problematica della conservazione del materiale organico bagnato. In questo contributo si espongono brevemente le tecniche e i metodi per la loro conservazione.

 

Parole chiave: Fiavè, legno, palafitte, conservazione.

 

Abstract: This paper presents a summary of the Fiavè Carera pile dwelling excavation data. Different types of pile dwelling constructions are taken into consideration. The study focuses particularly on the building technologies which have been documented during the excavation work. The large number of extraordinary wooden artefacts which were brought to light testifies to the high standard of craftsmanship in the Bronze Age. This paper also deals with the problems related to the conservation of waterlogged wood and presents wood preservation methods and techniques.

 

Key words: Fiavè, legno, palafitte, conservazione.

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2. Racanelli V, Russo C (2010). Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna: storia, ambiente forestale, aspetti descrittivi e presenza di ungulati.

 

Riassunto: Il presente lavoro ha lo scopo di fornire una descrizione del territorio e della fauna selvatica, in particolare ungulata, presente nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. Tale Parco Nazionale è situato lungo la dorsale Appenninica a cavallo delle regioni Toscana ed Emilia Romagna e risulta di estrema importanza come anello di congiunzione fra i Parchi del Nord Italia e le grandi aree protette del centro-sud. Infatti, l’estesa e variegata copertura boschiva e la contemporanea bassa densità abitativa, fanno sì che nel Parco vivano e si accrescano numericamente popolazioni di cervi, daini, cinghiali e caprioli che, dalle aree del Casentino, si spostano nei territori limitrofi. Molto interessante anche la presenza di svariati esemplari di lupo che trovano nel Parco tutte le condizioni ambientali idonee per una perfetta sopravvivenza.

 

Parole chiave: Parco Nazionale, Territorio, fauna selvatica ungulata.

 

Abstract: The aim of this work is to describe the environment and the ungulate fauna that live in the Foreste Casentinesi, Monte Falterona and Campigna National Park. This park is located along the ridge of the Appennines, between Tuscany and Emilia-Romagna regions and it is very important for Italy because has the role of junction and ecological corridor among the National Parks in the North and the great protected areas in the South. This park hosts a great and varied forest cover and, together, a low human density: these factors permit the life and the numerical increase of red deer, fallow deer, wild boar and roe deer populations that tend to move toward the neighboring areas. In this Park, some wolves are constantly present, probably because they find all the environmental conditions suitable for their survival.

 

Key words: Foreste Casentinesi Monte Falterona and Campigna National Park, environment, ungulate fauna

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3. Sargentoni F (2010). Il Parco Faunistico del Monte Amiata e i suoi animali.

 

Riassunto: L’idea di un parco faunistico nasce dall’esigenza sul territorio amiatino di avere animali da ammirare in condizioni decorose all’interno di ampi spazi dove possono vivere svolgendo tutte le loro funzioni vitali. Gli obiettivi principali perseguiti dal Parco Faunistico del Monte Amiata sono di garantire un approccio corretto fra visitatore, ambiente e fauna, favorendo la crescita della sensibilità nei confronti degli animali, della diversità genetica, l’acquisizione di consapevolezza nel rapporto tra l’uomo e gli altri animali, l’educazione ambientale e in tema di rapporti fra uomo e natura. Vedere gli animali selvatici ha un effetto educativo enorme che stimola il pensiero perché, chi ha conosciuto gli animali avendoli visti nel loro ambiente, ha idee diverse e più pratiche sulla conservazione della fauna selvatica.

 

Parole chiave: Parco faunistico.

 

Abstract: The idea of a faunistic park in the territory of Amiata born from requirement to have animals to admire in decorous conditions in open spaces where they can live performing all their vital functions. The main objectives pursued by the Faunistic Park of Monte Amiata are to ensure a correct approach among visitors, the environment and fauna, favoring the growth of sensitivity towards animals, towards genetic diversity, the acquisition of awareness in the relationship between humans and other animals, environmental education in terms of relations between man and nature. See wild animals has an educative effect that stimulates the thought, because who knew animals in their environment, has different and more practical ideas about wildlife conservation.

 

Key words: Faunistic park

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4. Carella R (2010). Fitocenosi spontanee d’interesse forestale nella Bassa Murgia Barese: la boscaglia a quercia virgiliana (quercus virgiliana) di Piscina Rossa (Acquaviva delle Fonti).

 

Riassunto: La Bassa Murgia Barese che rappresenta la porzione più bassa del plateau murgiano è una vasta area che a causa di favorevoli condizioni pedo-climatiche è da sempre oggetto di un grande sfruttamento agricolo. Siamo in un’area importantissima per l’olivicoltura, condotta in modo sempre più intensivo e per la produzione di uva da tavola. Questo scenario ha come conseguenza una scarsissima presenza di fitocenosi spontanee. Il presente lavoro descrive uno dei rari episodi d’interesse forestale spontanei della Bassa Murgia Barese, analizzandone i valori di biodiversità a livello floristico-vegetazionale e faunistico. La conservazione e la tutela di tali lembi residuali di vegetazione spontanea appare fondamentale in un’area dalla forte vocazione colturale, quale la Bassa Murgia Barese.

 

 Parole chiave: Bassa Murgia Barese, Quercus virgiliana, lame (solchi erosivi), biodiversità, area rifugio.

 

Abstract: The “Low Murgia of Bari” describes the lowest portion of the Murgia Plateau, that as a result of the favorable bioclimatic-pedological conditions, is excellent for the utilization of agricultural farming. Such an area is very important for olive farming, evermore conducted in an intensive way and for production of grapes as well. Thus, in this area there is a lack of spontaneous vegetation. This study concerns one of the rare aspect of spontaneous forest in the “Low Murgia of Bari”, analyzing biodiversity values, at floristical, vegetational and faunistical level. The conservation of the remaining spontaneous patches is fundamental in an area dominated by cropland, as “Low Murgia of Bari”.

 

Key words: “Low Murgia of Bari”, Quercus virgiliana, erosion streams, biodiversity, refuge area.

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5. Clementi L, Zonta MF (2010). Realizzazione di un sistema di fitodepurazione a flusso sommerso per il trattamento dei reflui della vasca Imhoff di Caoria nel Trentino orientale.

 

Riassunto: L’articolo illustra un impianto sperimentale di fitodepurazione in un piccolo centro abitato nel Comune di Canal San Bovo nel Trentino orientale. L’impianto riceve e depura le acque nere dopo che queste hanno subito un pretrattamento in vasca tipo Imhoff. Il presente contributo analizza i risultati delle analisi dei reflui in uscita a due anni dall’entrata in funzione del sistema.

 

Parole chiave: Fitodepurazione, reflui, vasca Imhoff, BOD5, COD

 

Abstract: The article describes an experimental phytoremediation system built in eastern Trentino. The system receives and purifies the sewage of a small town after they have undergone a treatment process which Imhoff tanks. The paper describes the system and analyzes the results collected in two years.

 

Key words: Phytoremediation, wastewater, Imhoff tank, BOD5, COD

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6. Ferrari C (2010). Considerazioni sui consumi energetici dei rifugi alpini.

 

Riassunto: Lo studio analizza la situazione di produzione e consumo di energia relativamente ad alcune strutture di alta quota, in particolare ad alcuni rifugi alpini in proprietà alla SAT, Società degli Alpinisti Tridentini.

Il lavoro di analisi è consistito nell’individuare parametri oggettivi che aiutino a definire un approccio di gestione della struttura che incida il meno possibile sull’ambiente circostante.

Una parte del lavoro è stata dedicata all’approfondimento delle problematiche inerenti i trasporti di materiali e carburanti nelle strutture in alta quota. Sono state rilevate le masse di viveri e carburanti trasportati nella maggior parte dei rifugi durante la stagione estiva/invernale, sono stati considerati tutti i movimenti di eventuali mezzi meccanici (jeep, trattori, camion ed elicottero), la loro frequenza e la durata di utilizzo, i relativi consumi di carburante. Il parametro di confronto utilizzato, oltre al costo effettivo delle diverse modalità di trasporto, è stata la CO2 emessa dai mezzi meccanici durante il funzionamento. Si è posta particolare attenzione anche ai consumi e alle emissioni dei mezzi di appoggio per gli elicotteri, dei mezzi utilizzati quasi quotidianamente dai “portatori” della teleferica e di tutti i mezzi meccanici e di cantiere necessari alla realizzazione di una teleferica di servizio alla struttura alpina.

In conclusione si è affrontato un confronto tra di costi di esercizio e di emissioni di CO2 dei sistemi di trasporto (in particolare teleferiche ed elicotteri) relativamente a due rifugi modello.

 

Parole chiave: Rifugio alpino, energia, sistemi di rifornimento

 

Abstract: The study analyzes the situation of production and consumption of energy in relation to certain structures of high altitude, in particular to some huts in the property to the SAT, the Society of Trento Alpinists.

The analytical work was to identify objective parameters that help define a management approach that will affect the structure as little as possible on the surrounding environment.

Part of the work has been devoted to increasing problems concerning the transport of materials and fuels in the structures at high altitude. Were detected masses of food and fuel carried in most of the shelters during the summer/winter, were considered all the movements of any mechanical means (jeep, tractors, trucks and helicopters), their frequency and duration of use, its fuel consumption. The parameter used for comparison, in addition to the actual cost of the various modes of transport, the CO2 was emitted by mechanical means during operation. He paid particular attention to fuel consumption and emissions of the means of support for the helicopters, the means used almost daily by the “bearers” of the cable car and all the mechanical work needed and the construction of a cable car service to the Alpine structure.

In conclusion, it is dealt with a comparison of operating costs and CO2 emissions from transport systems (including cable cars and helicopters) in relation to two shelters model.

 

Key words: Mountain huts, energy, transport

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