DENDRONATURA N.1 2021

 

1. Rosati D, Ferrini S (2021). Valutazione economica dei servizi ecosistemici forestali: sfide e difficoltà a livello locale.

 

Riassunto: In Europa, l'ecosistema terrestre più grande è rappresentato dalle foreste e dalle terre boscate che coprono circa il 33% della superficie totale della regione. I servizi ecosistemici delle foreste, definiti come beni e servizi forniti dagli ecosistemi che contribuiscono al benessere della comunità, sono scarsamente contabilizzati e inseriti nei piani di gestione. Tuttavia, questi servizi possono rappresentare dei fattori chiave per la crescita sociale ed economica dei territori rurali e delle comunità. Questo studio mira ad evidenziare il contributo che alcuni servizi ecosistemici forestali forniscono al benessere pubblico a scala locale. La quantificazione del benessere è stata effettuata considerando i benefici biofisici ed economici che i servizi forestali offrono al territorio. Sono stati identificati quattro servizi ecosistemici principali, due relativi ai servizi di approvvigionamento (produzione di foraggio; produzione di legno) e due relativi ai servizi di regolazione (stoccaggio e sequestro di CO2, controllo dell'erosione). I servizi di approvvigionamento sono stati mappati utilizzando i dati dell’inventario forestale locale e nazionale, mentre per la valutazione economica sono stati utilizzati i prezzi di mercato così da poter attribuire al patrimonio forestale quella parte di Prodotto Interno Lordo (PIL) già contabilizzata nei conti statistici nazionali ma non formalmente attribuita all’ecosistema forestale. I servizi di regolazione sono stati mappati e valutati con procedure ad hoc e attraverso software specifici (GIS; InVEST) sia per la valutazione biofisica che economica ottenendo un valore solitamente non attribuito agli ecosistemi forestali e quindi non presente nei conti statistici nazionali. I risultati rivelano che i servizi ecosistemici forestali sono valutati tra 2.334.890 € e 2.426.110 € con un valore medio di 2.100 €/ha. I servizi che contribuiscono maggiormente alla creazione di questo valore sono lo stoccaggio del carbonio nel suolo (1.598.301 €/tot) e lo stoccaggio del carbonio nella biomassa arborea (506.435 €/tot).

 

Parole chiave: Valutazione dei servizi ecosistemici, Contabilità servizi ecosistemici forestali, InVEST.

 

Abstract: In Europe, the largest ecosystem is represented by forests and other wooded lands, occupying 33% of the region’s total land area. Forest ecosystem services, defined as goods and services provided by ecosystems that contribute to community well-being, are rarely accounted and presented in local resources management plan. However, they can be key elements for the social and economic growth of rural landscapes and communities. This study aims to highlight the contribution of some forest ecosystem services to wellbeing at local scale. The valuation process was carried out considering biophysical and economic benefits. Four main ecosystem services were identified, two related to Provisioning services (fodder production; wood production) and two related to Regulating services (CO2 storage and sequestration; erosion control). Provisioning services were mapped using inventory data from local and national forest accounts while the economic assessment was conducted using market prices obtaining a value already present in the national statistical accounts that can be assigned to forest ecosystem. Regulation services were mapped using ad hoc methodologies and specific software (GIS; InVEST) for both biophysical and economic valuation, obtaining a value not usually assigned to forest ecosystems and therefore not present in the national statistical accounts. The results reveal that forest ecosystem services are valued between 2,334,890 € and 2,426,110 € with an average value of 2,100 €/ha. The services that contribute most to this value are carbon storage in the soil (1,598,301 €/tot) and carbon storage in the biomass (506,435 €/tot).

 

Key words: Ecosystem Services valuation, Local forest ecosystem services accounting, InVEST

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2.  Paletto A, Báliková K, De Meo I (2021). Governance dei sistemi di pagamento per i servizi ecosistemici (PES): quale ruolo per gli attori sociali coinvolti?.

 

Riassunto: Recentemente, gli strumenti di mercato, basati su incentivi e compensazioni, hanno assunto importanza crescente tra gli strumenti di politica ambientali finalizzati ad internalizzare le esternalità negative generate dai processi produttivi. All’interno degli strumenti di mercato, i Pagamenti per i Servizi Ecosistemici o Ambientali (PES) hanno un particolare rilievo in quanto mirano a stimolare la produzione di esternalità positive trasformandole in prodotti con un valore di mercato. I PES sono dei meccanismi di mercato in cui i beneficiari di un servizio ambientale pagano i fornitori del servizio (agricoltori, proprietari e gestori forestali) al fine di assicurare la continuità del servizio erogato o un miglioramento dello stesso nel lungo periodo. La governance dei meccanismi PES rappresenta un aspetto fondamentale per il successo di questi strumenti. L’obiettivo della presente indagine è stato quello di investigare il ruolo dei differenti attori sociali nella governance degli schemi PES in Italia. L’indagine è stata strutturata in tre fasi: (1) individuazione di un campione di rispondenti con una pregressa esperienza in materia di miglioramento e conservazione dei servizi ecosistemici (stakeholder analysis); (2) predisposizione e somministrazione di un questionario; (3) analisi dei dati raccolti al fine di mettere in luce l’importanza e il ruolo degli attori sociali nell’implementazione degli schemi PES. I risultati dell’indagine mostrano come la maggior parte dei rispondenti ritiene che l’autorità pubblica debba svolgere sia il ruolo di regolatore sia quello di acquirente (67,6%), mentre nessuno considera auspicabile l’assenza dell’autorità pubblica dall’implementazione degli schemi PES. In riferimento agli altri attori sociali, i risultati mettono in luce come per la maggioranza dei rispondenti sia necessario coinvolgere in primo luogo le associazioni di rappresentanza delle categorie agricole e, secondariamente, anche i singoli agricoltori e proprietari forestali limitrofi al territorio interessato dagli schemi PES.

 

Parole chiave: servizi ecosistemici; stakeholders analysis; quasi-PES; partecipazione pubblica; indagine tramite questionario.

 

Abstract: Recently, market instruments, based on incentives and compensation, have assumed an increasing importance among the environmental policy instruments aimed at reducing the negative externalities generated by production processes. Within the market instruments, Payments for Ecosystem or Environmental Services (PES) stimulate the production of positive externalities by transforming them into products with a market value. PES is defined as a transfer of resources between social actors, which aims to create incentives to align individual and/or collective land us decisions with the social interest in the management of natural resources. The governance of PES mechanisms is a fundamental aspect for the success of these market instruments. The aim of the present study was to investigate the role of different social actors in the governance of the PES schemes in Italy. The survey was structured in three steps: (1) identification of a sample of respondents with expertise in the conservation and improvement of ecosystem services (stakeholder analysis); (2) development and administration of a questionnaire; (3) processing of collected data to highlight the importance and the role of social actors in the implementation of the PES schemes. The results show that for most respondent public authority must play both the role of regulator and of buyer (67.6%), while none of the respondents consider the absence of public authority from the PES schemes as a desirable option.

Regarding the other social actors, the results show that for the majority of respondents is necessary to involve associations of agricultural categories and, secondarily, also the individual farmers and forest owners close to the territory affected by the PES schemes.

 

Key words: ecosystem services; stakeholders; PES-like; public participation; questionnaire survey.

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3. Carlini E, Armanini M, Martinoli A, Gagliardi A, Chirichella R, Mustoni A (2021). Dai monitoraggi ai modelli predittivi per i siti di nidificazione dell’aquila reale nel Parco Naturale Adamello Brenta.

 

Riassunto: A partire dagli anni ’80 i monitoraggi dell’aquila reale (Aquila chrysaetos) condotti dal Parco Naturale Adamello Brenta (Trentino - Italia) hanno fornito preziose informazioni relative al numero e alla distribuzione delle coppie presenti e sul loro successo riproduttivo. Nel corso del 2020, in occasione di un finanziamento europeo (PSR 2014-2020), ai tradizionali monitoraggi si è affiancato un approfondimento sulle conoscenze della specie attraverso un approccio di tipo modellistico. Più nello specifico, sulla base delle informazioni pregresse sono stati implementati modelli predittivi volti a interpretare lo status della popolazione e prevederne le dinamiche future, anche in relazione alla presenza del disturbo antropico. Come atteso, i risultati della modellistica confermano la predilezione per le aree caratterizzate da forte pendenza dei versanti, riconducibili per lo più a pareti rocciose, ovvero ai tipici ambienti di nidificazione. Per quanto riguarda il disturbo antropico, si può ipotizzare che le coppie presenti abbiano maturato negli anni una conoscenza sufficientemente approfondita del territorio, tale da far si che per la nidificazione scelgano aree in genere poco disturbate. Pur richiedendo ulteriori approfondimenti tale ipotesi è suffragata dalla sospetta mancata riproduzione di una coppia attentamente monitorata nel corso del 2020 che potrebbe essere stata “sorpresa” in fase riproduttiva da alti livelli “non previsti” di disturbo antropico. La modellistica oltre a fornire preziose informazioni utili per concentrare i futuri sforzi di monitoraggio, si pone come strumento su cui basare principi, linee e azioni di conservazione.

 

Parole chiave: Aquila reale, disturbo antropico, nidificazione.

 

Abstract: The golden eagle (Aquila chrysaetos) monitoring conducted by the Adamello Brenta Nature Park (Trentino - Italy) since the 1980s, provided valuable information about number and distribution of the pairs and their reproductive success rate. Thanks to European fundings (PSR 2014-2020) in 2020, it was possible to study the species through a modeling approach. More specifically, based on previous knowledges two different predictive models has been implemented with the goal of interpreting the status of the population and predicting future dynamics, also in relation to anthropogenic disturbance. As expected the results confirm the preference for steeply sloping environments, mostly attributable to rocky walls, a typical nesting sites for golden eagle. As for the anthropogenic disturbance, it can be hypothesized that territorial pairs, over the years build up a sufficiently in-depth knowledge, also in terms of anthropogenic disturbance, to choose in advance traditionally quite areas. While requiring further investigation, this hypothesis is supported by the suspected reproduction failure of a pair monitored during 2020, which may have been “surprised” during the reproductive phase by high and unexpected levels of anthropogenic disturbance. Modeling, in addition to providing useful information for future monitoring efforts, is a tool on which to base principles, guidelines and conservation actions.

 

Key words: Golden eagle, anthropogenic disturbance, nesting.

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4.  Galluzzi M, Rocchini D, Canullo R, Chirici G (2021). Confronto tra indicatori di diversità floristica e strutturale nelle foreste europee.

 

Riassunto: Decisioni politiche basate su dati concreti sono necessarie al fine di mantenere il ruolo che le foreste svolgono nella conservazione della biodiversità e dei servizi ecosistemici. Numerosi accordi internazionali richiedono di valutare le risorse forestali e le loro dinamiche nel tempo, passaggio chiave per lo sviluppo di strategie politiche. Nell’ambito degli Inventari Forestali Nazionali, la valutazione della composizione delle specie arboree e della loro struttura sono considerati indici di diversità, nonostante la componente erbacea abbracci una ricchezza specifica maggiore rispetto agli strati arborei. Questo studio si propone l’obbiettivo di valutare le relazioni e le connessioni tra la componente erbacea e la componente arborea considerando sia indici di diversità strutturale che floristica, attraverso l’utilizzo di una network analysis, dove il sistema di relazioni viene rappresentato graficamente. Sono stati utilizzati i dati relativi alla componente arborea ed erbacea di 2789 plot campionati nell’abito del progetto BioSoil sviluppato all’interno del livello I della rete ICP Forest e raccolti nel LI-BioDiv database. Sono state altresì considerate per i vari plot, i seguenti livelli di informazione relativi alla regione biogeografica, al tipo di gestione e al Tipo Forestale Europeo. Le relazioni tra la componente arborea e erbacea hanno messo in evidenza la presenza di una correlazione debole e scarsa tra di esse anche all’interno dei tre livelli di informazione considerati. Questo studio ha dimostrato che a livello europeo gli indici di diversità floristica e strutturale sono complementari e che rappresentano parte delle componenti della diversità forestale. Sulla base dei risultati ottenuti la diversità della componente arborea non può essere considerata come un proxy della diversità dell’intera comunità forestale.

 

Parole chiave: Biodiversità; struttura forestale; monitoraggio.

 

Abstract: Evidence-based policies are necessary to support the role of forests in the conservation of biodiversity and provisioning of ecosystem services. Assessing forest resources and their trends over time is required by many international agreements, and is a key step in developing policy strategies. In the context of National Forest Inventories, measures of tree species composition and structure are considered as possible biodiversity indices, despite ground vegetation usually having greater species richness than other forest strata. This study is aimed at evaluating relationships and connections between the overstory and understory by considering both stand structure and diversity indices, through a network analysis in which the system takes the form of a network or "graph". We used tree-related and ground vegetation data from 2789 plots collected as part of the BioSoil project through the ICP Forests Level I network and stored in the LI-BioDiv database. Additional information levels such as biogeographical region, forest management type and European Forest Type were also considered. The relationships among the structural and diversity measures showed few and weak correlations between overstory and understory diversity over the additional information levels. We demonstrated that at European level the overstory and understory indices are complementary, and they explain forest diversity components. Based on these results, overstory diversity cannot be considered as a proxy for the diversity of the entire forest plant community.

 

Key words: Biodiversity; stand structure; monitoring.

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5.  Franci G, Selvi F (2021). Analisi sperimentale delle risposte della vegetazione erbacea forestale ai principali drivers del cambiamento climatico globale.

 

Riassunto: Lo scopo di questo studio è quello di esaminare le risposte di specie dello strato erbaceo delle foreste temperate europee alle variazioni di due fattori abiotici chiave del cambiamento climatico, che incidono direttamente sulla vita di tutte le piante: luce e temperatura. Lo studio si è basato sull’uso di comunità vegetali artificiali sottoposte a trattamenti di luce e temperatura crescente, al fine di verificare l’esistenza di una o più risposte a tali trattamenti da parte di comunità, singole specie e gruppi ecologicofunzionali, durante una stagione vegetativa. Questi gruppi sono quelli delle ancient forest species, delle specie rapide colonizzatrici e delle specie nitrofile. I risultati hanno mostrato che il trattamento di maggior effetto è quello dato da luce e temperatura congiuntamente, che portano all’aumento della copertura delle comunità e di molte specie. La sola temperatura tende a diminuire il numero di individui in stadio riproduttivo, prolungandone la fase vegetativa. Nel complesso tali risultati supportano l’importanza di alcuni gruppi di specie erbacee, come bioindicatori per il monitoraggio delle risposte degli ecosistemi forestali ai cambiamenti climatici.

 

Parole chiave: Risposte dello strato erbaceo, cambiamento climatico, fattori ecologici, foreste temperate

 

Abstract: The aim of this study was to analyse the responses of some herbaceous species of European forests to variations of two major drivers of climate change that directly influence plant life: light and temperature. The study was based on the use of artificial plant communities that have been subject to treatments of increasing light and temperature. The responses of communities, functional groups and single species to the above treatments were examined during a vegetative season. The functional groups were: ancient forest species, fast colonizing, shade-tolerant species and nitrophilous species. The main results showed that the greater effect was driven by light and temperature together, which cause a significant increase in the percentage of cover in all communities and most species. The temperature treatment alone caused a decrease in the number of plants reaching the reproductive phase, thus a temporal extension of their vegetative phase. In terms of damages by herbivores the responses were non-significant. Summarizing, the results support the significance of the herbaceous layer, or at least of some groups of species, as bioindicators in the monitoring of forest ecosystems in the face of climate change.

 

Key words: Herbaceous species responses, climate change, ecological factors, temperate forests

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6.  Costantini EAC (2021). Preservare la diversità naturale dei suoli per preservarne la biodiversità.

 

Riassunto: Scopo del lavoro è di dimostrare che è necessario preservare la diversità naturale dei suoli per preservarne la biodiversità. L’importanza del suolo per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile è riconosciuta a livello internazionale sia dalle Nazioni Unite sia dalla Unione Europea. L’auto-organizzazione del suolo è fondamentale nel determinarne la funzionalità, in particolare, la formazione di habitat che all’interno del suolo stesso condizionano la presenza degli organismi e la loro attività. Il risultato è che la diversità di suoli in natura è non solo correlata con la biodiversità sopra terra, ma determina anche buona parte della biodiversità ospitata dal suolo stesso. I dati della banca dati pedologica nazionale indicano come la degradazione del suolo, essenzialmente l’erosione e la perdita di sostanza organica, abbiano impoverito il patrimonio italiano di pedodiversità. Si propone pertanto l'inclusione della pedodiversità nei programmi relativi alla conservazione della natura, in particolare, la difesa delle tipologie di suolo rare e di quelle caratterizzate da comunità biologiche particolari o rappresentative della biodiversità pedologica locale.

 

Parole chiave: obiettivi di sviluppo sostenibile, pedodiversità, biologia del suolo

 

Abstract: The aim of the work is to demonstrate that it is necessary to preserve the natural diversity of soils in order to preserve their biodiversity. The importance of soil for the achievement of the sustainable development goals is internationally recognized both by the United Nations and by the European Union. The soil self-organization is fundamental in determining its functionality, in particular, the formation of habitats that affect the presence of organisms and their activity within the soil. The result is that the diversity of soils in nature is not only correlated with the biodiversity above ground but also determines a large part of the biodiversity hosted by the soil itself. The data from the national soil database indicate how soil degradation, essentially erosion and loss of organic matter, has impoverished the Italian heritage of pedodiversity. It is therefore proposed to include pedodiversity in programs relating to nature conservation, in particular, the conservation of rare soil types and those characterized by particular biological communities, or representative of local soil biodiversity.

 

Key words: sustainable development goals, pedodiversity, soil biology

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7.  Squartini A, Trevisan R (2021). Come un impatto antropico nascosto possa essere testimoniato dalla diversità batterica e algale in un sistema naturale: il lago alpino del Colbricon superiore.

 

Riassunto: Un’analisi delle comunità microbiche procariotiche ed eucariotiche del lago del Colbricon Superiore è stata effettuata al fine di verificare la conformità ecologica del biotopo, presunta alta in quanto situato a quota 1922 m s.l.m., nel Parco Naturale Paneveggio-Pale di S. Martino. Si tratta di un ambiente ad alto indice di naturalità ma caratterizzato anche dalla presenza di un rifugio frequentemente visitato nella stagione estiva. L’analisi è stata condotta per un arco temporale di oltre dieci anni con un duplice approccio parallelo. Da un lato di natura limnologica, mediante la determinazione in microscopia per fitoplankton e cianoficee, affiancato da uno studio biomolecolare per lo studio di comunità batteriche totali con attribuzione sistematica mediante allineamento bioinformatico. delle sequenze di DNA in banca dati pubblica GenBank. Sono stati rilevati 125 taxa di fitoplankton eucariote e 17 cianoficee. Il campionamento batterico nell’autunno 2004 ha rilevato 78 taxa procariotici. La struttura della comunità batterica è stata confrontata con quanto era stato nello stesso sito riscontrato, con gli stessi metodi, in epoca precedente a opere di adeguamento fognario degli scarichi di bagno e cucina del rifugio. Il confronto ha permesso di verificare la sostituzione delle specie dominanti, precedentemente rappresentate da microrganismi a debole carattere patogenico e spia di un impatto antropico, con specie di diversa attitudine ecologica, indicative di un aumento di trofia e della presenza di residui di idrocarburi, la cui origine potrebbe essere messa in relazione con la installazione di un generatore ausiliario a gasolio presso il rifugio.

 

Parole chiave: Laghi Colbricon, Parco Paneveggio Microbiodiversità, Impatto antropico.

 

Abstract: An analysis of the prokaryotic and eukaryotic microbial communities of Lake Colbricon Superiore was carried out in order to verify the ecological compliance of the biotope, presumed to be high as it is located in the Paneveggio-Pale di S. Martino Natural Park. It is an environment with a high naturalness index but also characterized by the presence of a refuge frequently visited in the summer season. The structure of the bacterial community was compared with what had been found in the same site, with the same methods, in the period prior to works to adapt the sewerage of the bathroom and kitchen drains of the refuge. A replacement of the dominant species, previously represented by microorganisms with a weak pathogenic character and indicator of an anthropic impact was observed, with species of different ecological aptitude, indicative of an increase in trophy and the presence of hydrocarbon residues, whose origin could be related to the installation of an auxiliary diesel generator at the refuge.

 

Key words: Lakes Colbricon, Paneveggio Park, Microbiodiversity, human impact.

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Foto di copertina un'opera di Giorgio Tomasi: "Ritmi vegetali"
In copertina opera di Giorgio Tomasi Ritmi vegetali, 2019 Acrilico su tela, 70x70